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Un tuffo dove l’acqua è più blu

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“Acqua azzurra, acqua chiara, con le mani posso finalmente bere”. E sì, caro Lucio, tu che negli anni sessanta hai villeggiato qui, avendo il privilegio di conoscere il nostro mare e la nostra terra, avevi proprio ragione. L’acqua dei scianuli è veramente azzurra e chiara, come solo l’acqua di scoglio può essere. E oggi, se solo potessi tornare a passeggiare lungo questo tratto di costa, non lo troveresti molto cambiato. Perché il paesaggio qui è ancora brullo, selvaggio, impervio, stupefacente nella sua aridità. Una distesa di rocce basse e spigolose che arrivano fino al mare, dando le spalle a ficheti, macchia, spinose piante di fichidindia e qualche sparuto albero d’ulivo. Canti di uccelli, frinire di cicale e il rumore dell’acqua del mare che si infrange sulle rocce. Qua e là alcuni furnieddhri, costruzioni in pietra tipiche di questa parte del Salento, solo in parte simili ai trulli, in cui trovavano riparo e frescura i contadini. A dominare questo tratto di costa la maestosa Torre Squillace, una delle torri costiere erette a partire dalla seconda metà del XVI secolo, quando il pericolo arrivava dal mare, e aveva il volto di barbari e corsari. Questa torre, una di quelle che gli studiosi definiscono “Torri della serie di Nardò”, e che in loco è conosciuta proprio come Torre dei Scianuri, venne eretta in quella che, ai tempi, era conosciuta come la Baia di San Giorgio. Un piccolo porticciolo in un’insenatura tra quelle che molti secoli dopo diverranno le località di Sant’Isidoro e Porto Cesareo. La Torre, dalla pianta quadrata, è ora ammirabile nella sua bellezza originaria, grazie a un prezioso recupero terminato un paio di anni fa, e che l’ha preservata dal crollo. Venne eretta nel 1567, e terminata nel 1570, ad opera del maestro copertinese Pensino Tarantino. Dotata inizialmente di una scala mobile, solo nel 1640 venne fornita di una scala in pietra, la stessa che utilizziamo oggi per salire in cima. Ai piedi della torre una piccola spiaggetta di sabbia, frequentata perlopiù dagli abitanti del posto. Perché a Torre Squillace ci vai solo se la conosci. Non è un luogo turistico, un posto per la massa. È una piccola oasi di pace, dove ciascuno può trovare il suo cantuccio riservato, dove le piccole calette sono un segreto familiare da non svelare agli estranei. E dove è sempre un privilegio fare un “tuffo dove l’acqua è più blu”.

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Cristina Trinchera

Storyteller e Consulente per Case d'Arneo

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